Ferrata Gusella alla Cima Val di Roda

La ferrata che affronto oggi è una delle numerose ferrate delle Pale di San Martino, e non è la più famosa, ma per la bellezza dei panorami e la qualità del percorso devo dire che merita una sua considerazione. Il punto di partenza è la funivia Colverde-Rosetta che con i suoi due tronconi collega il centro di San Martino di Castrozza con il cuore delle Pale. La funivia dispone di un capiente parcheggio, e anche in alta stagione si è sicuri di trovare un posto per l’auto, inoltre apre presto, e questo mi consente di essere già in quota alle 8:30 e iniziare la via.
L’Altipiano delle Pale di San Martino è un esteso tavolato di roccia calcarea a 2.600 mt di quota che accoglie i visitatori appena scesi dalla cabina della funivia. Il rifugio Pedrotti si staglia al centro della spianata, e mentre una parte dei visitatori segue il sentiero che dalla stazione porta alla vicina Cima Rosetta, la restante raggiunge il rifugio da dove si dipartono tutti i sentieri che attraversano le Pale. Il cielo è coperto ma forse è meglio così: le foto non verranno benissimo ma eviterò lo spietato sole di Agosto.

Mi lascio il rifugio Pedrotti alle spalle e imbocco il sentiero 702 che discende verso Sud infilandosi in un ampio canalone tra la Cima Rosetta e la Croda di Roda.

Perdo rapidamente quota scendendo sul fianco della Croda di Roda fino a giungere al Col delle Fede, un ampio sprazzo erboso con abbondanza di stelle alpine e con vista sulla cima che raggiungerò più avanti con la ferrata.

Sono al bivio col sentiero 715 che imbocco in direzione del Passo di Ball. Al ritorno è previsto di passare nuovamente per questo bivio ma anzichè risalire al Pedrotti scenderò direttamente a San Martino.

Percorrendo il fianco della Pala in direzione del Passo di Ball trovo abbondanti residui di neve con rivoli e cascatelle scroscianti che ne escono. La posizione a Nord li ha conservati nonostante le temperature elevate della stagione estiva.

Per ampi tratti il sentiero è stato assicurato con fune metallica, e benché non presenti difficoltà di percorrenza è caratterizzato da una discreta esposizione. Si cammina su roccia viva scavata e poi su lastroni, costeggiando in sequenza la Pala, Cima Immink e il campanile Pradidali.

Dopo 2 ore dalla partenza il Passo di Ball è finalmente raggiunto. Il sentiero 715 prosegue per il rifugio Pradidali ma qui devio a destra sul sentiero 714 che si inerpica in direzione Ovest salendo su un ghiaione verso la gola tra la Cima di Ball e la Cima Val di Roda.

Da qui la vista sulla Pala di San Martino è notevole.

Indossato il kit da ferrata parto subito. L’attacco presenta alcuni pioli metallici che permettono di aggirare il primo sperone di roccia senza fatica.

Il percorso si snoda su buona roccia per tratti prima verticali poi obliqui seguendo inizialmente la parete della Cima di Ball. L’ascesa non è faticosa, gli appigli abbondanti consentono di procedere agevolmente e guadagnare quota in fretta.

Ora la via taglia in diagonale in direzione della forcella, sfruttando alcune placche inclinate su cui si traversa sempre con l’ausilio del cavo.

Dopo circa 20 minuti dall’inizio della ferrata si arriva in vista della forcella Stephen. Facili gradoni di roccia consentono di superare l’ultimo tratto che conduce in prossimità della forcella.

Giunto alla forcella si presentano varie opzioni, tra cui l’ascesa alla vicina Cima di Ball. Ma dal momento che si sta avvicinando la foschia, preferisco più semplicemente raggiungere la Cima Val di Roda che si trova a pochi minuti dalla forcella e qui concludere l’ascesa.

In condizioni climatiche migliori la vista sarebbe eccezionale. Tra la foschia si intravedono La Rosetta, La Pala di San Martino, Cima Pradidali, Cima di Ball.

Conclusioni

La ferrata non è faticosa e non presenta difficoltà tecniche di rilievo, ma ciononostante è stata gratificante. Il percorso è disegnato per sfruttare al meglio le caratteristiche del versante così da godersi la roccia senza rischi e gustare il superbo panorama. La consiglio a tutti, principianti ed esperti, per i quali c’è la possibilità di concatenarla con ferrate vicine