Cima di Ombretta Orientale

Introduzione

Le Cime di Ombretta si suddividono in Cima Occidentale (2998 m s.l.m.), di Mezzo (2983 m) e Orientale (3011 m) e si collocano subito a sud del massiccio della Marmolada, dalla quale sono divise dalla Valle di Ombretta, la quale culmina nel passo di Ombretta (2702 m) ai piedi della cima di Mezzo.

Meno note e frequentate dell’eminente vicina, le Cime di Ombretta costituiscono uno dei migliori punti di osservazione della parete Sud della Marmolada, bella e inaccessibile in quanto priva di vie escursionistiche. Le Cime sono raggiungibili sia dal versante bellunese come descritto in questo articolo che da quello trentino partendo da Alba di Canezei e attraversando la Val Contrin.

La salita alle cime di Ombretta è faticosa ma appagante e va affrontata con calma e pazienza. Si tratta di un tremila facile dal punto di vista tecnico ma impegnativo dal punto di vista fisico, dovendo l’escursione coprire oltre 1.500 metri di dislivello positivo in circa 8 ore di cammino (andata e ritorno per lo stesso sentiero).

Avvicinamento

Le cime di Ombretta si possono raggiungere anche dalla Val Contrin, partendo da Alba di Canezei, qui descrivo invece il percorso da Malga Ciapela, stazione turistica e punto di partenza della funivia che risale la Marmolada fino a Punta Rocca.

Malga Ciapela si trova a 1450 metri s.l.m. lungo la strada che porta da Rocca Pietore a Passo Fedaia per chi arriva dal bellunese, dopo aver oltrepassato l’incantevole comune di Alleghe con l’omonimo lago, affiancando il torrente Cordevole che dà anche il nome alla valle. Arrivato in località Malga Ciapela cerco parcheggio nella zona circostante la stazione della cabinovia ma il parcheggio è a pagamento, mentre oltrepassando la stazione e dirigendosi verso il campeggio è possibile trovare un’area a parcheggio libero. Lungo la stradina che porta al campeggio incontro un cartello che avverte che solo i veicoli autorizzati possono procedere oltre, quindi lascio l’auto e procedo piedi lungo la strada asfaltata. L’avventura inizia.

La Valle di Ombretta

Superato in pochi minuti l’ultimo tratto di asfalto con cui si raggiunge l’agriturismo Malga Ciapela, inizia il sentiero vero e proprio, identificato dal segnavia numero 610 che attraversando il bosco e costeggiando il torrente Ombretta, dopo aver superato un primo dislivello porta alla quota 1900 metri di Malga Ombretta. Il sentiero si fa ora pianeggiante e si mostra alla vista l’intera parete Sud della Marmolada.

La Valle Ombretta si apre inaspettatamente una volta raggiunta e superata la malga, e sale dolcemente in direzione delle cime di Ombretta, che rimangono sullo sfondo indicando la direzione ideale da seguire. La Valle è percorsa in lunghezza dal torrente omonimo che presenta un alveo di dimensioni ragguardevoli, indicando che il primavera la portata deve essere notevole. Merita di essere ricordato il fatto che al centro della Valle è stato posizionato il totem scolpito in legno e in pietra che certifica il centro geografico delle Dolomiti Unesco (il “cuore” delle Dolomiti). Ci sono due opzioni per percorrere il tratto da Malga Ombretta a Rifugio Falier. La prima è rimanere nel fondovalle seguendo lo sviluppo del torrente, con un percorso pianeggiante fino all’ultimo tratto ed una ripida salita per raggiungere il rifugio. La seconda opzione è mantenersi sul sentiero 610 e salire gradualmente fino al rifugio mantenendosi al di sopra della valle. Ho provato entrambe le opzioni e propendo decisamente per la prima.

Il rifugio Falier

Il rifugio Falier si trova a quota 2.074 metri quindi abbiamo guadagnato circa 500 metri dalla partenza ma la salita vera e propria inizia solo ora che il sentiero 610 si diparte sul retro del rifugio seguendo la freccia che indica Bivacco Dal Bianco.

Inizia la salita

Il sentiero ora punta decisamente verso l’alto perchè finora abbiamo fatto solo un terzo del dislivello totale quindi bisogna iniziare a spingere sulle gambe.

Il sentiero inizialmente attraversa un tratto di abeti e larici che poi dirada in macchie di vegetazione sempre meno fitte fino a diventare puro ghiaione detritico. Questo tratto è abbastanza difficoltoso, sia per la marcata pendenza che per la pesantezza del terreno, e richiede grande sforzo. In compenso il panorama sta guadagnando in bellezza ad ogni metro percorso. Giù in basso la Valle di Ombretta diventa sempre più lontata mentre si avvicinano le pareti della Marmolada (siamo sulla verticale di Punta Penia).

Dopo aver terminato il ghiaione e percorso l’ultimo tratto di sentiero arrivo finalmente a Passo Ombretta (2.700 metri) dove c’è il tempo per una pausa ristoratrice. Il Passo raccorda il sentiero che proviene dalla Val Contrin (sempre 610) con il sentiero 650 che taglia la catena delle Cime di Ombretta. Seguendo il segnavia 650 si percorre un primo tratto su roccia nera che porta al bivacco Dal Bianco.

Il bivacco Dal Bianco

Oltrepassato il bivacco incontro una sorpresa (parzialmente) inattesa: un tratto attrezzato che aiuta a superare una lingua di neve sopravvissuta a questo inizio di estate. Effettivamente è di grande aiuto, più per evitare spiacevoli scivolate sulla neve che altro. L’utilizzo dell’imbragatura è facoltativo, dal momento che la ferrata e breve e l’esposizione molto contenuta.

Salita finale alla vetta

Il tratto attrezzato mi consente un rapido guadagno di quota e mi permette di godere una panoramica incantevole su Marmolada e Gran Vernel. Qualche nuvola passeggera fornisce al quadro una atmosfera quasi mistica. In lontananza si intravede il gruppo del Sella e la caratteristica cuspide del Piz Boè. Con l’aiuto del cavo si esce su un ripiano che si affaccia su un ripido ghiaione.

Nonostante le gambe inizino a dare qualche segno di stanchezza è il momento di concentrarsi per l’ultimo sforzo, siamo infatti in vista della croce di vetta della Cima Orientale a quota 3.011 metri.

Ora devo affrontare un insidioso ghiaione mancante di segnavia ma sono per fortuna ben visibili le tracce lasciate da precedenti camminate. Qui non vi è alcuna difficoltà tecnica, anche se il percorso risulta molto faticoso per la natura friabile del terreno e la sua ripidità. Non è il momento di lasciarsi scoraggiare! Il ghiaione porta alla cresta che separa la cima Centrale dalla cima Orientale, che rimane sulla sinistra rispetto alla direzione del sentiero, che ora scende leggermente verso sud per poi puntare ad una cengia stretta ma abbastanza camminabile. La vista ora si apre sul Sasso Vernale, sui Monzoni, cima dell’Uomo e Passo San Pellegrino in distanza. Ultima mezz’ora di cammino per gli ultimi 100 metri di dislivello che mi separano dalla vetta.

Conclusioni

Non ci sono molti Tremila che possono essere raggiunti con la stessa facilità di Cima Ombretta, visto che non ci sono passaggi tecnicamente difficili e l’unico tratto attrezzato è più che altro utile in presenza di neve. Occorre in compenso un’ottima resistenza visto che il dislivello da superare è di oltre 1.500 metri in totale quindi va affrontato con tempo stabile e condizioni fisiche ottimali. Il compenso per lo sforzo è più che adeguato, visto che oltre alla più volte citata paretona Sud della Marmolda e al Gran Vernel si gode perlomeno della vista di tutto il Gruppo di Ombretta, del Sasso Vernale, e in assenza di nubi lo sguardo arriva tranquillamente fino all’estremità dei Monzoni. In condizioni di visibilità ottimale la posizione consente di spaziare su altre cime quali Civetta e Pelmo a Est e Sella e Sassolungo a Nord.

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